Storia
Origini
Il nuovo Italian National Trauma Center (INTC), con sede amministrativa nella Città di Orvieto (Umbria), è il risultato di un lavoro di oltre tre decadi. Finalmente, il primo centro in Italia per la cura delle ferite invisibili che possono svilupparsi in seguito a disastri naturali e/o causati dall’uomo è divenuto realtà.
L’Italian National Trauma Center ha le sue origini nel lavoro pionieristico del Prof. Richard F. Mollica, MD, MAR, della scuola di Medicina dell’Università di Harvard (Boston, Massachusetts). Il Prof. Mollica venne in Italia per la prima volta nel 1980 quando fu invitato a tenere una lezione su “Classi sociali e malattia mentale” presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Richard Mollica, a quel tempo, era uno studioso della United States Fulbright a Essex e a Londra in Inghilterra, e lavorava al “Black Report” sulla salute e sull’ineguaglianza sociale. Il British National Health Service gli chiese un contributo rispetto alla salute mentale e alle disparità delle classi sociali nell’assistenza sanitaria inglese.
In occasione della sua lezione in Italia, il Dott. Mollica stabilì relazioni significative con tre psichiatri e professori illustri: Massimo Ammaniti, Giovanni Muscettola, Franco Paparo. Questi tre colleghi hanno contribuito nel tempo, insieme ad altri esperti italiani e americani, a fornire un sostegno indispensabile per la fondazione dell’INTC. I professori Ammaniti, Muscettola e Paparo, hanno condiviso da subito la visione del team di Harvard: una politica sulla salute mentale era cruciale per la cura delle popolazioni che avevano sofferto la perdita della casa, degli amici e dei familiari durante i numerosi disastri naturali e/o causati dall’uomo che hanno colpito la popolazione italiana negli ultimi 100 anni. Gli scritti autobiografici di Primo Levi, molto conosciuti dall’Harvard Italian Team, sono stati ispirazione culturale nel seguire l’obiettivo della cura di coloro che hanno vissuto esperienze traumatiche terribili.
Durante i suoi viaggi in Italia, il Prof. Mollica è stato così fortunato da incontrate il Prof. Franco Basaglia. Uno dei più grandi doni seguiti a questa collaborazione è stata la pubblicazione di una edizione speciale dell’International Journal of Psychiatry dal titolo “The Unfinished Revolution in Italian Psychiatry: An International Perspective”. Il lavoro ha analizzato successi e fallimenti della radicale riforma psichiatrica italiana.
L’Harvard Italian Team, fondato nel tardo 1980, nel tempo ha avuto il supporto eccezionale del Dott. Giampiero Rosati (sociologo, Orvieto) e della Dott.ssa Sonia Graziano (psicologa, Roma) nel suo lavoro in Italia.
Nel tempo, un ruolo centrale è stato occupato dalla Dott.ssa Maya Habboush (psicologa), dal Prof. Giampaolo Nicolais (psicologo), dalla Dott.ssa Irene Toniolo (psichiatra) e dal Dott. Eugene F. Augusterfer (social worker).
Approccio fenomenologico
L’approccio dell’Italian National Trauma Center (INCT) è impregnato delle tradizioni fenomenologiche di Edmund Husserl e dei suoi successori.
Ogni generazione vuole fare le sue scoperte senza essere accecata dalle osservazioni del passato. Conseguentemente, INTC, con la prospettiva di affrontare il fenomeno clinico delle persone traumatizzate senza pregiudizio, ha messo tra parentesi il fenomeno. Questo approccio fenomenologico, che è stato ampiamente applicato in Europa, permette ai clinici di entrare in contatto con le esperienze soggettive dei sopravvissuti riducendo errori di valutazione sociale che potrebbero oscurare ciò che realmente esiste.
INTC applica questa metodologia di scoperta a tutte le attività di ricerca empirica e clinica. Questo ha permesso all’INTC di avvicinarsi il più possibile alla realtà clinica dei sopravvissuti prima di essere catturata empiricamente dagli studi quantitativi epidemiologici.